Maiorca tra grotte, paesi medievali e mare

Maiorca, la più grande delle Baleari, è stata la meta della mia seconda “Semana Santa” consecutiva in Spagna. Dopo i tre giorni a Santiago de Compostela nel 2017, per questo 2018 io e la mia famiglia ci siamo concessi una settimana a Mallorca (dal 25 marzo al 1 aprile, giorno di Pasqua).

Palma di Maiorca: la Cattedrale di Santa Maria
Palma di Maiorca: la Cattedrale di Santa Maria

Il Viaggio verso Maiorca

Come per l’anno scorso la scelta di Maiorca è dipesa anche dalle offerte dei voli. Anche in questo caso mi sono affidato a Easyjet e comprando il biglietto con largo anticipo (ottobre 2017) il viaggio in aereo è stato, in definitiva, il costo minore della vacanza.

Nuovamente AirBnB è stato il sito attraverso il quale ho prenotato l’alloggio. Ovviamente ho effettuato ricerche anche su altri (primo dei quali HomeAway), ma non ho trovato appartamenti che venissero incontro alle mie esigenze.

  • Maiorca. Punta de El Toro
  • Maiorca - Cala Portals Vells
  • Maiorca - Cala Figuera
  • Maiorca - il Porto di Palma

Per la casa io mi stavo indirizzando nello scegliere un alloggio nel centro dell’isola, che consideravo una posizione più “strategica” per le gite, ma la saggezza femminile di mia moglie ha prevalso: «Se andiamo su un’isola voglio il mare!».

La scelta è quindi caduta su un alloggio a Ca’n Picafort a due minuti dal lungo mare e con vista sul golfo, di proprietà di Gabriel. Casa comoda per quattro (due stanze) con wifi e, soprattutto (mi ripeto), con vista mare.

Per gli spostamenti abbiamo affittato un’auto.

Confrontando i preventivi on-line ci siamo indirizzati su un’azienda locale: Hiper Rent.

Il punto di noleggio non è in aeroporto, ma vicino. I transfert dalla loro sede all’aeroporto, e viceversa, avviengono con un loro shuttle. Unico (piccolo) difetto: la zona del parcheggio dove arriva il minibus non è segnalata e nonostante la cartina fornita via mail, un po’ di spaesamento c’è nel cercare il punto di ritrovo, soprattutto se il pulmino, in quel momento, non è parcheggiato. Piccolo problema, però, soprattutto rapportato ai prezzi decisamente più convenienti rispetto alle agenzie internazionali.

Arrivo a Ca’n Picafort

L’arrivo a Maiorca è avvenuto a vacanze pasquali non ancora iniziate. Il che ha implicato che anche il luogo scelto come base, Ca’n Picafort, risultasse non ancora completamente “aperto”.

Nei giorni più vicini alla Pasqua, da giovedì, in paese hanno iniziato ad aprire anche locali precedentemente chiusi. Comunque, anche a Pasqua non si è raggiunto il 100% delle aperture… per mia fortuna.

Io amo la tranquillità e se, nel periodo da me scelto, Ca’n Picafort è risultato ottimo, temo che in periodo estivo si trasformi in una “Rimini”: la costa che unisce Ca’n Picafort a Port d’Alcudia è un susseguirsi “non interrotto” non di monti (per citare Manzoni), ma di hotel e di locali turistici.

  • Vista da alloggio Can Picafort, Maiorca
  • Il tramonto a Can Picafort, Maiorca
  • Il Lungomare a Can Picafort, Maiorca
  • L'alba a Can Picafort, Maiorca

Cosa vedere a Maiorca

Sul cosa fare a Maiorca tralascio la “vita balneare”, visto che il periodo da me scelto era completamente inadatto a questo aspetto dell’isola. Tra natura e storia, però, non mancano le attività per riempire una settimana di permanenza.

Le Grotte

A vedere cartelli stradali e depliant nei punto informativo turistici, Maiorca più che un’isola è una gruviera: ovunque ti giri vi sono della “Cuevas“.

  • Cuevas de Artá
  • Cuevas de Artá - giochi di luce
  • Cuevas del Drach
  • Cuevas del Drach - lago sotterraneo

Seguendo letture in rete e consigli delle informazioni turistiche ne abbiamo visitate due… invero le mie figlie probabilmente ne avrebbero vista qualcun’altra volentieri. Sono stato io a dire che mi bastavano…

Le grotte da me visitate sono state quelle Del Drago (www.cuevasdeldrach.com/it) e quelle di Artà (cuevasdearta.com). L’esperienza è stata, in ambe due i casi, per vari aspetti entusiasmante, ma l’approccio a queste grotte è molto turistico e, presumo, che un geologo, uno vero, entrando in queste cattedrali sotterranee avrebbe urlato di dolore nel vedere come sono state trattate.

A parte gli interventi con la motosega per creare gli spazi dei camminamenti e le colate di cemento per realizzare punti di osservazione, i turisti venivano lasciati andare tranquillamente in giro a toccare pareti, stalattiti e stalagmiti.

Inoltre la visita implicava una spettacolarizzazione del luogo, in alcuni casi un po’ holliwoodiano.

Nelle Cuevas de Artà uno spazio è stato allestito con giochi di luce per “drammatizzare” la vista delle sculture naturali, accompagnando l’illuminazione con una registrazione dei Carmina Burana.

Ho, francamente, apprezzato molto di più la “spettacolarizzazione” scelta per le grotte del Drago, con il concerto di musica classica sul lago sotterraneo e l’attraversata dello specchio d’acqua sulle barche a remi. In questo caso l’unico dubbio è sull’intervento effettuato per creare un ampio “teatro”, con tanto di centinaia di posti a sedere…

I paesi

I “pueblos” meno turistici e moderni sono all’interno. Il tempo a disposizione e le informazioni raccolte in rete mi hanno però portato a non fare moltissime gite in questa direzione.

Assolutamente da vedere è, però, Alcudia: un vero gioiellino con una magnifica passeggiata lungo le mura medievali.

Altrettanto bello è Pollença, con una bellissima cattedrale con un rosone colorato che illumina e colora l’interno della chiesa (cosa che succede anche nella più maestosa cattedrale di Palma).

A Pollença non si può, infine, non effettuare la passeggiata fino alla Eglésia del Calvari: una salita di oltre 300 gradini che permette di avere sia una vista della cittadina, sia del golfo, la Badia de Pollença. Avendo effettuato la gita il mattino del Giovedì Santo, le chiese e la città si stavano preparando alla processione serale, che però non abbiamo visto.

  • Maiorca - Alcudia
  • Maiorca - Capdepera
  • Maiorca - Pollença
  • Maiorca - Soller

Soller è lungo la costa ovest dell’Isola e l’abbiamo raggiunto percorrendo tutta la strada della Serra de Tramuntana. In Soller si trova una via commerciale turistica e un bella piazza del Duomo, ma la chiesa era già chiusa alle 14 (in periodo estivo gli orari di visita si allungano anche al pomeriggio). Io ho visitato, e mi è piaciuto, il Museo del Modernismo: ad essere interessanti non solo alcuni quadri (di cui due Mirò), ma il museo stesso, allestito in una casa signorile ottocentesca.

Da Soller abbiamo quindi preso la Tranvía verso Port de Soller (trendesoller.com), con le carrozze originali di inizio ‘900. Costoso il viaggetto (7 euro a persona a tratta), niente di che il Porto (una infinita fila di ristoranti in un paesaggio urbano moderno), ma entusiasmante l’ultimo pezzo del viaggio di ritorno, quando il tram attraversa la piazza centrale del Duomo, sfiorando i tavolini dei bar.

Ultimo paesino visitato è Capdepera. Nulla di che il paese in sé, ma interessante il castello, punto di osservazione privilegiato verso il mare (credo che nelle giornate limpide si possa anche intravvedere Minorca, ma non do certezze).

La Natura

Due le gite da me fatte e che penso di poter consigliare: l’attraversata della Serra de Tramuntana e il percorso fino al faro di Cap Formentor.

  • Maiorca - Talaia d'Albercutx
  • Maiorca - Far Formentor
  • Maiorca - Serra de Tramuntana
  • Maiorca - Serra de Tramuntana

La strada della Serra de Tramuntana ha degli scorci incredibili, con formazioni rocciose che a tratti ricordano la Gallura in Sardegna, in altri le strade liguri e in alcuni punti ti sembra di avere di fronte le Dolomiti.

Per quanto riguarda il viaggio fino a Cap Formentor, il tratto di costa a picco sul mare è entusiasmante. Il principale punto di osservazione (oltre al faro a fine percorso) lo si trova appena terminata la salita da Port de Pollença, ma lungo la strada se ne trovano altri più piccoli, dove, però, non sempre si riesce a fermarsi, causa le auto parcheggiate.

Da notare, lungo la strada, le tantissime capre allo stato brado che si incontrano. Al faro mia figlia le ha anche potute accarezzare.

Palma di Maiorca

Alla capitale dell’isola non si può che dedicare un paragrafo apposito.
Noi abbiamo condensato la visita in una sola giornata, ma probabilmente ci siamo persi qualche cosa.

Il centro città è circondato da molti parcheggi multipiano, ovviamente a pagamento, ma con costi che io (abituato a Genova) considero perfettamente abbordabili: via internet ho scelto quello di Plaça de Sant Antoni (www.saba.es), perché raggiungibile dalla tangenziale con una strada diretta senza svolte. Per circa 5 ore ho pagato 11 euro.

Visto il periodo, l’ingresso al Palazzo de l’Almudaina e alla Cattedrale di Santa Maria è stato immediato e senza code.

Per entrare nella residenza reale occorre passare il metal detector e le foto sono permesse solo senza flash. Due i piani da visitare più la terrazza con vista verso il mare.

Il biglietto della Cattedrale comprende anche la visita al museo vescovile. Niente di eccezionale, quest’ultimo, ma comunque una visita ci sta: tra l’altro vi è la storia del restauro della chiesa, progettato da Antoni Gaudí.

  • Palma di Maiorca - Palazzo de Almudaina
  • Palma di Maiorca - Cattedrale di Santa Maria
  • Palma di Maiorca - interno della Cattedrale
  • Palma di Maiorca - Castello Bellver

La Cattedrale ha, da parte sua, un che di magico, con le vetrate colorate che trasformano l’interno della chiesa in un caleidoscopio mutevole.

Se dalle varie terrazze e finestre del Palazzo e della Cattedrale si ha una bella vista del lungomare e del porto, è la visione opposta che lascia senza fiato. Ai piedi del complesso monumentale è stato ricavato uno specchio d’acqua che fa da “base” alle due strutture medievali e che, dalle sue sponde, ne permette una visione mozzafiato: è la vista da “cartolina” che si ritrova sempre quando si cercano info turistiche su Palma.

Unico monumento “minore” che abbiamo visitato in centro è stato il “bagno arabo”: non mi sento di dire che non sia da visitare, ma se si è di fretta, si può anche saltare senza eccessivi rimpianti.

Ultimo monumento che non si può perdere a Palma è il Castello di Bellver. A pianta circolare, situato sulle colline, dalla terrazza offre una vista a 360° su Palma, il porto, la Cattedrale e i dintorni della città.

Per tutti i monumenti l’ingresso è a pagamento, ma la cifra da pagare è adeguata all’offerta.

Pranzi e cene a Maiorca

La scelta di alloggiare in un appartamento e non in albergo deriva non solo dalla libertà che questo comporta (a mio modo di vedere), ma anche dalla possibilità di risparmiare nei pasti, non avendo la necessità tutti i giorni di mangiare fuori.

Per la spesa mi sono affidato ai supermercati che si trovano in tutta l’isola (ad esempio le catene spagnole di Mercadona e Erosky). Ai supermercati ci siamo affidati, normalmente, per i pranzi: del pane degli affettati (jamon e lomo embuchado in primis) che abbiamo cercato di consumare, ogni volta fosse possibile, con vista mare.

Per la sera o un tuffo nell’economia con un po’ di spaghetti o (il più delle volte) affidandoci a gastronomia e panetterie con panadas (tortini di carne e verdure).

Tra i dolci tipici on line viene sempre citato l’ensaimada. L’ho provato una volta, ma non mi ha entusiasmato: per i miei gusti l’aroma di strutto è un po’ fastidioso… anche se ammetto che non è “pesante” quanto i suoi ingredienti potrebbero far pensare.

Due le cene fuori che ci siamo concessi, entrambi in un locale a pochi minuti a piedi dall’alloggio, sul mare. Non economicissimo, ma ottimo il rapporto qualità prezzo e servizio. Paella, pesce, carne… tutto ottimo. Per maggiori info rimando alla mia recensione su Trip Advisor.

La lingua a Maiorca

Alle Baleari si parla il catalano, ma nella mia permanenza non ho mai avuto problemi: tutti parlavano lo spagnolo, in modo tranquillo e senza particolari inflessioni.

L’unica cosa strana che ho notato in merito al bilinguismo è per la cartellonistica. Sembra che non vi sia particolare attenzione a quale lingua si usa, così, ad esempio, Pollença la si trova indicata con la grafia catalana (con la “ç”) o indifferentemente con quella spagnola, “Pollensa”. Anche i parcheggi possono essere indicati come “aparcamiento” (spagnolo) o “aparcament” (catalano).

All’inizio la cosa lascia un po’ interdetti, ma, in effetti, le parole si somigliano e non vi sono reali problemi.

Marco Campagnolo
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